di Emma Callegari
Negli ultimi anni, la comunità cinese in Italia ha dovuto affrontare un crescente aumento di episodi di discorso d’odio, soprattutto durante la pandemia di COVID-19. La comunità è stata ingiustamente accusata di essere responsabile della diffusione del virus, il che ha portato a una serie di episodi di discriminazione e aggressione verbale, sia online che offline, creando una situazione di grande disagio e paura.
Sebbene la pandemia sia ormai sotto controllo, le conseguenze di quel periodo hanno lasciato un segno duraturo. Gli episodi di discorso d’odio continuano a verificarsi, dimostrando che i sentimenti xenofobi non sono scomparsi ma continuano a manifestarsi in forme diverse adattandosi alle nuove circostanze. Le piattaforme online di social media rimangono un’area critica poiché terreno fertile per commenti offensivi e diffamatori, spesso alimentati dalla disinformazione e dai pregiudizi che si sono radicati durante la crisi sanitaria. La diffusione di queste false informazioni e stereotipi ha alimentato sentimenti xenofobi e razzisti, mettendo a rischio l’integrazione e la sicurezza delle persone di origine cinese.
Gli episodi di discorso d’odio hanno avuto gravi ripercussioni sulla comunità cinese in Italia. Le vittime possono soffrire di stress psicologico, ansia e isolamento sociale, sentendosi ulteriormente emarginate e insicure. Questo isolamento può portare a una diminuzione della partecipazione sociale e a difficoltà nel mantenere rapporti di fiducia con il resto della società. In tal senso, il discorso d’odio mina la coesione sociale, creando divisioni e sfiducia tra diverse comunità. A livello economico, la discriminazione influenza negativamente piccoli imprenditori cinesi, che possono vedere una diminuzione dei clienti a causa dei pregiudizi, segnalando un calo drastico degli affari. Anche gli studenti possono affrontare difficoltà nell’ambiente scolastico, dovendo combattere contro gli stereotipi e l’ostilità.
Confronti Significativi
Anche in Cina si sono verificati episodi di discorso d’odio e discriminazione, ma il contesto e le dinamiche sono state differenti. In Cina, la gestione della pandemia è stata molto severa e rapida, con lockdown rigorosi e controlli sanitari stretti. Questo ha portato a una situazione di tensione interna con alcune iniziali diffidenze verso stranieri e viaggiatori, ma la preoccupazione non si è rivolta principalmente verso le comunità straniere, bensì verso chiunque fosse percepito come non rispettoso delle regole sanitarie. Le comunità straniere in Cina hanno sperimentato un forte senso di solidarietà e supporto reciproco. La curiosità e l’ammirazione per l’Occidente, nonché il profondo senso di ospitalità e accoglienza intrinseci nella cultura cinese, sono tutti elementi rimasti vivi, contribuendo a mantenere un clima di rispetto e interesse reciproco. Tutt’oggi sono numerosi i programmi di integrazione per studenti stranieri nelle università e le testimonianze di studenti internazionali in Cina che riportano esperienze positive, caratterizzate da un ambiente accademico accogliente e inclusivo; così come è frequente essere fermati per strada da cinesi curiosi anche solo per conversare, dimostrando un forte desiderio di conoscere le abitudini, la cultura e il modo di vivere.
Questo interesse genuino favorisce interazioni positive e scambi culturali, e mette in luce come, nonostante le difficoltà globali, ciò possa contribuire a ridurre le tensioni e i pregiudizi. Sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere un dialogo rispettoso e inclusivo sono passi essenziali per combattere il pregiudizio e favorire l’integrazione. Solo attraverso l’attenzione e l’impegno collettivo sarà possibile costruire una società più giusta e accogliente per tutti.