5 Settembre 2024

Blockchain e attivismo: due mondi che possono incontrarsi

di Emanuele Russo

Quando si pensa alla blockchain, o al web 3.0, la prima cosa che viene in mente sono le criptovalute. Nei paesi occidentali, questo significa ancora, per molti, speculazione finanziaria. Ma il mondo della blockchain è molto più di questo. Anche solo volendo considerare monete virtuali come Bitcoin e Ethereum, si può vedere come, al di fuori di Europa e Stati Uniti, i cittadini di altri paesi le usino per mantenere meglio il loro potere d’acquisto, minacciato da valute locali troppo deboli. Qualche anno fa (2021), il popolare programma Mediaset Le Iene aveva parlato del caso di Beirut, ma non è l’unica area del mondo dove le oscillazioni di valore delle criptovalute spaventano meno di quelle delle monete tradizionali.

Ma la tecnologia blockchain serve a molto più di questo. Il progetto Hate Trackers Into Action propone un utilizzo della tecnologia blockchain applicato all’attivismo. Proviamo a vedere di cosa si tratta.

Anzitutto, una blockchain serve per certificare la validità di qualcosa in modo trasparente. Può essere un contratto (smart contract), un valore monetario (criptovaluta), un’identità, o un processo decisionale. Il processo di certificazione avviene attraverso un gruppo di nodi certificatori collegati tra loro, che processano le informazioni a velocità molto elevata. Il sistema non è dissimile da quello che regge il web 2.0 e i social media che usiamo tutti i giorni, con la differenza che, in questo caso, pochi attori controllano lo spazio virtuale e hanno acquisito un enorme potere di controllo e utilizzo delle informazioni sensibili degli utenti. Nello spazio 3.0 si cerca di evitare la creazione di oligopoli, mantenendo la proprietà delle informazioni nelle mani dei singoli utenti o rendendole pubbliche.

Imparare ad usare questa tecnologia permette di creare reti autonome e autogestite dove le persone o le realtà che le compongono possono scambiarsi informazioni senza cederne a terzi la proprietà e prendere decisioni in modalità trasparenti e ottimali per tutta la comunità coinvolta. Inoltre, è possibile creare forme di scambio di beni e servizi senza dover ricorrere al sistema monetario. Quest’ultima opportunità può migliorare il tenore di vita dei partecipanti anche in assenza di miglioramenti di reddito.

Per queste ragioni, è importante che chi fa attivismo impari a gestire questa tecnologia, perché permette di costruire reti più solide ed efficienti, ampliando al contempo le possibilità di ottenere un ritorno valoriale del proprio lavoro.

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